L'OPERA
La scultura MU-141 "La vita
infinita", opera dello scultore Kengiro
Azuma (1926-2016) - dono alla sua
amatissima città di Milano - è stata posata nei
pressi dell'ingresso del Cimitero degli Acattolici,
nell'ala ovest del Cimitero Monumentale il 4 giugno
2015. La presenza di
quest'opera crea un'area di ascolto interiore e
sociale, di riflessione sulla vita e sulla morte, ma
- grazie al supporto dei cittadini che hanno
acquistato le gocce bronzee di Azuma - è soprattutto
simbolo della coscienza collettiva e della loro
partecipazione culturale verso la città.
I protagonisti di questa avventura sono proprio i
cittadini, i cui nomi verranno incisi sulle panchine
circostanti la scultura, in un eterno ringraziamento
in cammino con la cultura italiana.
L'opera rappresenta il ciclo della vita - invisibile
- reso visibile grazie alla materia: il bronzo.
La
ricerca artistica, per Kengiro Azuma ha sempre avuto
il 'MU' e lo 'YU' come piedistalli della filosofia
Zen: incorporano il vuoto e il pieno, il finito
e l'infinito, il positivo e il negativo.
Rappresentano la tensione tra gli opposti, come la
vita e la morte, il freddo e il caldo, l'uomo e la
donna.
La
forma della scultura rappresenta, nella parte
frontale, la rigidità e la durezza lineare
geometrica della vita; nella parte posteriore, la
forma tondeggiante simboleggia la morbidezza e la
naturalezza verso l'armonia, il silenzio, la morte.
Le superfici lisce e lucide vogliono rappresentare
la luce, la gioia, l'allegria, la vita; quelle
opache, mosse e ruvide trasmettono le difficoltà
della vita, le parti oscure.
I buchi rappresentano gli imprevisti della vita: in
ogni buco verticale c'è un nostro antenato, che
forse non abbiamo mai conosciuto ma che ci ha
lasciato dentro un'eredità invisibile.
La ricerca e l'impegno culturale possono farci
raggiungere il cerchio, l'assoluto; così possiamo
avvicinarci alla morte con serenità, e di nuovo
verso la vita con coraggio e amore, verso la vita,
questo è il significato del ciclo.
Nascere è morire, gli opposti si attirano.
L'ARTISTA
Nato nel 1926 a Yamagata da una famiglia di
stimati fonditori del bronzo, Kengiro Azuma si
ritrova orfano e di fronte alla guerra all'età di
soli 17 anni, arruolato nella Marina Militare
Imperiale. Nel 1946, in seguito alle catastrofi di
Hiroshima e Nagasaki, terminata la guerra il
Giappone è costretto ad arrendersi.
Nel 1948 inizia a studiare all'Università Nazionale
d'Arte di Tokyo, dove comincia ad apprendere e a
creare con un'impronta accademico-classicista
improntata sulla scultura francese tra Ottocento e
Novecento (Rodin, Bourdelle, Despiau, Maillol).
Dopo un lungo viaggio Azuma arriva in Italia, dove
conosce subito Marino Marini, frequentando il suo
corso di scultura presso l'Accademia di Belle Arti
di Brera. Nel 1960 ottiene il diploma e diventa
l'assistente personale di Marini, con il quale
rimarrà fino al 1979.
Inizia ad esporre con i più grandi esponenti
dell'arte moderna mondiale, tra cui Fontana, Arp,
Chadwick, Moore, Marini, Picabia e molti altri
diamanti della storia dell'arte. La scomparsa del
Maestro, avvenuta nell’ottobre del 2016, ha lasciato
in tutti coloro che lo hanno conosciuto e hanno
condiviso la sua avventura artistica un incolmabile
vuoto.
Kengiro Azuma, Marino Marini ed Alik
Cavaliere
davanti all'ingresso della Fonderia Battaglia.
LA FUSIONE La scultura
MU-141 del Maestro Azuma ha visto la luce nei
laboratori della
Fonderia Artistica Battagliache
dal 1913 fonde in bronzo le idee dei più grandi
artisti del Novecento e dei contemporanei (Manzù,
Messina, Castiglioni, Wildt, Fontana, Pomodoro,
Penone e Cavaliere, solo per citarne alcuni).
Gli artigiani di Battaglia
seguono un processo che risale a quasi 5000 anni fa,
modificato solo in parte dalle innovazioni delle
tecniche umane, per rimanere sempre una memoria
fisico-materica di una delle più grandi tradizioni
del mondo, la fusione a cera persa.
Il 4 giugno 2015 l'opera è stata inaugurata
ufficialmente insieme alle autorità cittadine. In serata,
nella splendida cornice di Palazzo Cusani si è svolta la
nostra cena asburgica: il Colonnello
Francesco Cosimato ha fatto gli onori di casa e
durante l’aperitivo ha accolto gli ospiti nel giardino
insieme all’Assessore Franco D’Alfonso e a
Carla De Bernardi. Ecco il video-racconto
curato da Gianpietro Vinti.
Prima
della cena, che è stata servita in quattro bellissime sale
messe a nostra disposizione, il Maestro Kengiro
Azuma, ospite d’Onore dell’evento, ha tenuto un
piccolo discorso affiancato da
Matteo Visconti di Modrone, titolare della
Fonderia Artistica Battaglia, il magico
luogo dove MU-141 ha visto la luce.
Un ringraziamento a tutti i
per il sostegno che hanno dimostrato ai progetti
all’Associazione.